Per riaffermare con forza quei principi che in tutto il mondo sono stati alla base della rivoluzione femminile: l’inviolabilità del corpo della donna e la libertà di decidere del proprio corpo. Le Parole delle donne, lo sguardo delle donne sul mondo sono un patrimonio imprescindibile nello spazio pubblico.

mercoledì 24 ottobre 2007

comunicato stampa

Che tutti abbiano diritto alla difesa e che un avvocato debba adempiere al proprio dovere è indiscutibile. Ma quando l’avvocato è anche il primo rappresentante di una comunità che si è sentita fortemente colpita e offesa per un atto gratuito e violento contrario al sentire dei più, opportunità e buon senso vorrebbero che tale avvocato si astenesse dal prendere parte attiva. Lo stupro di gruppo appena avvenuto a Matera, a pochi mesi di distanza da un evento analogo, non appartiene alla cultura non solo materana ma anche dell’intera regione, è una vicenda che ha scosso nel più profondo tutti donne e uomini. Riteniamo quindi lecito si, ma del tutto inopportuno l’intervento del primo cittadino di Matera a difesa del presunto branco. Inoltre se è vero quello che lo stesso Sindaco ha sostenuto, cioè “di aver dismesso numerosi mandati professionali che possono interferire con l’attività amministrativa del Comune di Matera” ci chiediamo qual’ è stata la sua valutazione nell’assumere questo mandato relativo a un grave episodio che ha colpito l’intera comunità lucana. Coordinamento “Donne Ancora Insieme”

martedì 5 giugno 2007

Il 21 gennaio quando ci siamo incontrate per costituire il Coordinamento era con noi anche Anna Apuleo. Non potevamo immaginare allora che quella sarebbe stata una delle ultime volte in cui vedevamo Anna impegnata, come tante altre volte, per una battaglia sociale e politica. Ora non è più tra noi. E' doveroso ricordarla in questo spazio che appartiene a chi la conosceva bene e a chi non ha potuto conoscerla.

venerdì 1 giugno 2007

lunedì 21 maggio 2007

Prossimo appuntamento

Il 25 maggio 2007 alle ore 17,00, ci incontriamo presso la sala riunioni della CGIL, in via Bertazzoni n° 100 - Potenza

venerdì 11 maggio 2007

UNO STRACCIO DI LAICITA'

Sabato 12 Maggio coloriamo la città con uno straccetto color fucsia! Il Coordinamento Donne Ancora Insieme aderisce e sostiene la campagna “Uno straccio di laicità” lanciata da Controradio di Firenze e Radio Città del Capo di Bologna e alla quale hanno aderito numerose associazioni e singole persone appartenenti alla società civile, in tutto il territorio nazionale. L’invito che il Coordinamento fa alla città è quello di mettere uno straccetto, un pezzo di stoffa color fucsia, alle borse, alle auto, alle moto, alle finestre, ai polsi, per dichiarare pubblicamente la voglia di laicità, per chiedere alla politica di fare le sue scelte senza l’interferenza del Vaticano. Siamo tutti sposati, tutti divorziati, tutti conviventi, siamo tutti gay e etero, siamo tutti credenti, tutti laici, tutti atei, ma vogliamo che lo stato sia laico così come sancisce l’articolo 7 della nostra Costituzione: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Contro lo scontro di civiltà, contro la martellante campagna del Vaticano rispondiamo in modo pacifico, colorato e non violento. Troverete gli straccetti presso le botteghe del commercio equo e solidale: Una Terra (via Plebiscito) ed Equo Mondo (via Angilla Vecchia) e presso la CGIL (via Bertazzoni). Gli straccetti potete crearli anche da soli, per voi, per i vostri amici, e distribuirli il più possibile.

venerdì 20 aprile 2007

Comunicato stampa

Il Coordinamento Donne Ancora Insieme esprime solidarietà alla consigliera comunale Ivana Vita, vittima di intimidazioni e minacce di grave entità. Gli atti intimidatori, che sempre ostacolano un confronto sereno indispensabile allo svolgimento di un'attività politica democratica, sono ancora più gravi quando indirizzati alle donne, in una regione in cui per noi è da sempre difficile fare politica.

5 per mille

Come sapete, la finanziaria 2006 prevede la possibilità di destinare il 5 per mille ad associazioni no-profit. L'associazione Telefono Donna Casa delle Donne S. Scardaccione vi chiede di devolverle il 5 per mille inserendo il codice fiscale dell'associazione nell'apposito modulo della dichiarazione dei redditi alla voce associazioni no profit: 96010930764. Grazie.

Indagine sui consultori

Noi, come Coordinamento Donne Ancora Insieme, vogliamo capire e conoscere la situazione attuale dei consultori in Basilicata partendo dalle storie di ognuna di voi. Se vuoi dare un contributo, anche in forma anonima, raccontaci la tua esperienza, positiva o negativa che sia. Ci servirà a comprendere come migliorare questo servizio, così importante per il benessere delle donne.

giovedì 19 aprile 2007

Cambio di sede appuntamento 20/04/2007

L' incontro del 20 aprile p.v. si terrà nella sede di Rifondazione Comunista in Via Pienza, 68 - Potenza

lunedì 2 aprile 2007

Prossimo appuntamento

Il prossimo incontro si terrà presso il Salone delle riunioni della CGIL, in Via Bertazzoni n°100 - Potenza, il 20 aprile p.v. alle ore 18.00.

martedì 20 marzo 2007

Il 26 marzo 2007 alle ore 17,30 ci incontriamo presso la sala riunioni della CGIL in Via Bertazzoni - Potenza.

venerdì 9 marzo 2007

Iniziativa del 12 marzo 2007

Lunedì 12 Marzo, ore 16,30, presso la Sala Inguscio, Viale della Regione, a Potenza, il Coordinamento Donne Ancora Insieme, invita a partecipare alla proiezione del documentario "Viaggio nel '900 delle donne, una storia politica" Interverranno: Franca Di Trana per il Coordinamento Donne Ancora Insieme e Rosanna Marcodoppido dell'Udi romana "La Goccia".Il video, prodotto dall'Udi romana "La Goccia" con il patrocinio del Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, e ideato e realizzato da Nella Condorelli con i contributi storici e politici di Marisa Rodano, Paola Gaiotti De Biase, Gioia di Cristofaro Longo, Edda Billi, e la collaborazione di RAI News 24 e RAI Teche, propone una ricostruzione mai tentata sino ad oggi della storia e dell'attività politica del movimento delle donne del '900, seguendo il filo degli eventi politici che hanno segnato il secolo. Il documentario si avvale esclusivamente di materiali di archivio, filmati, foto, manifesti e documenti vari, ed è diviso in due parti di cui la prima va dal 1900 alla nascita delle repubblica e illustra le lotte per la conquista della piena cittadinanza femminile. Nel corso della serata sarà proiettata la seconda parte del video, che partendo dall'associazionismo politico nato con la repubblica, attraversando i percorsi della soggettività femminile degli anni '50 e '60, e del neofemminismo anni settanta con i suoi innumerevoli collettivi e gruppi, arriva alle trasformazioni dell'ultimo ventennio.Il video è dedicato in particolare "alle ragazze che forse non conoscono questa lunga storia, perché sappiano che i diritti e le libertà conquistate non sono per sempre, e alle donne che hanno contribuito e contribuiscono alla costruzione di un modo più giusto e responsabile di abitare il mondo".

venerdì 2 marzo 2007

Comunicato stampa DONNE DAL PRESIDIO (noaldalmolin)

COMUNICATO STAMPA DONNE DEL PRESIDIO Noi donne vicentine per la tutela del territorio, per la pace e per il futuro chiamiamo alla mobilitazione, in una giornata importante come l'otto Marzo, le donne che come noi stanno lottando. Siamo per la tutela del territorio e la preservazione delle risorse e siamo pronte a difendere la nostra terra anche con i nostri corpi, se necessario; i nostri corpi sanno dare vita ma sanno anche essere determinati e mettersi in gioco. Siamo per la pace non come semplice "assenza di guerra" ma come condizione sociale che ci permetta di vivere meglio, come cittadine e come donne; Se c'è pace c'è più spazio per la tutela dei diritti delle fasce deboli, a cui noi, purtroppo, sappiamo di appartenere; quando scoppia una guerra le prime a risentirne sono donne e bambini, perchè la guerra ha la capacità di ribaltare i valori tradizionali di una società e ne mette in crisi i ruoli. Siamo per il futuro perchè vogliamo consegnare una città e un mondo migliore ai nostri figli e alle generazioni future, ma anche a noi stesse; vogliamo la libertà di poterci riprendere il nostro tempo, di poter vivere una città a misura d'uomo e di donna. Noi donne vicentine siamo state protagoniste delle lotte di piazza che si sono determinate nel nostro territorio; saremo in piazza l'otto marzo e chiediamo a tutte le donne di mobilitarsi nelle proprie città, ognuna secondo le proprie forme e le proprie caratteristiche, l'otto Marzo. Un pensiero va inoltre a tutte le donne vittime di guerra, dove la guerra non è solo quella che si combatte al fronte, ma è quella che obbliga le donne a migrare; a vendersi; che non ci dà la libertà di poter girare tranquillamente la notte da sole; che ci relega in ruoli lavorativi precari e senza diritti; che fa avvenire le violenze dentro alle mura domestiche. Facciamo dell'otto marzo una giornata indimenticabile! Le donne vicentine per la tutela del territorio, della pace e del futuro...ovviamente contro il Dal Molin Vicenza 26/2/2007 www.altravicenza.it

adesioni

Stefania Galeazzi

giovedì 1 marzo 2007

adesioni

Adriana Labella

martedì 27 febbraio 2007

sabato 24 febbraio 2007

Risposta all'interpellanza parlamentare dell'on. Angela Lombardi

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, vorrei portare all'attenzione del sottosegretario atta la valenza molto negativa di un episodio che, d'altra parte, si iscrive in una serie infinita di episodi che durano da anni e che hanno al centro, come caratteristica peculiare, la volontà di minare l'efficacia, la legittimità e l'operatività di due leggi fondamentali, che hanno fatto la storia dell'autodeterminazione dei diritti delle donne nel nostro paese, la n. 194 del 1978 sull'interruzione volontaria di gravidanza e la n. 405 del 1975 relativa all'istituzione dei consultori. Ripeto, si tratta di un episodio estremamente significativo avvenuto in una città della Basilicata, Potenza, che riguarda la struttura sanitaria regionale ed è, quindi, di stretta competenza della regione, ma che investe due leggi nazionali che richiedono, richiederebbero e, mi auguro, richiederanno un'attenzione particolare da parte del Governo. L'ospedale San Carlo di Potenza, nel 2000, ha stipulato una convenzione con l'associazione di volontariato «Centro aiuto alla vita», al fine di prevenire l'interruzione volontaria di gravidanza. Questo è il focus della vicenda che, come ho già detto, è caratteristica di una serie di episodi analoghi, che hanno al centro il permesso e l'autorizzazione concessa ad organizzazioni contrarie alla legge n. 194 di entrare nelle strutture pubbliche e svolgere propaganda, opera di convincimento, moral o immoral suasion, nei confronti delle donne che hanno preso le loro decisioni o che, comunque, hanno diritto a prenderle in un contesto completamente diverso. La convenzione, che è anche stata al centro di una grande contestazione da parte del movimento delle donne della Basilicata, è scaduta, ma risulta agli interpellanti - anche da dichiarazioni di dirigenti dell'ospedale - che l'associazione continua a svolgere la propria attività di volontariato all'interno dell'azienda in un locale assegnato ad hoc, il che mi sembra di notevole gravità anche perché gli esponenti dell'associazione possono girare liberamente nei corridoi e nei locali dell'ospedale con camici bianchi e avvicinare le donne come vogliono. Per quanto riguarda l'applicazione della legge n. 194, nei termini di aiuti, consigli e suggerimenti che le donne possono chiedere, la norma è molto chiara: sono i consultori, istituiti con la legge n. 405 del 1975, i luoghi a ciò preposti. Non vi possano essere deroghe e, laddove vi fossero, rappresenterebbero una grave violazione di punti cardinali di alcune leggi, che riteniamo debbano essere rigorosamente difese. La domanda che rivolgiamo è cosa abbia intenzione di realizzare il Governo per rimettere al centro il proprio impegno a difesa delle due leggi fondamentali di cui ho poc'anzi parlato e, in particolare, cosa intenda fare per promuovere una nuova stagione di rafforzamento e rilancio dei consultori, che a nostro modo di vedere rappresenterebbero oggi uno strumento essenziale per ritornare con i piedi per terra in relazione ai bisogni, alle esigenze e agli orientamenti di autodeterminazione delle donne, al di fuori delle campagne propagandistiche, mediatiche e ideologicamente orientate intorno alla legge n. 194, salvaguardando il diritto fondamentale delle donne di esercitare il controllo sulla propria sessualità, sulla propria capacità riproduttiva, insomma sul complesso delle questioni che sono state al centro di lotte faticose che le donne in Italia hanno compiuto e che hanno portato a realizzare alcuni punti di civiltà giuridica nelle relazioni tra i due sessi e nel rapporto tra la parte femminile della società italiana e lo Stato medesimo. PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Gian Paolo Patta, ha facoltà di rispondere. GIAN PAOLO PATTA, Sottosegretario di Stato per la salute. Con riferimento alla problematica segnalata dagli onorevoli interpellanti, il Ministero della salute ha chiesto informazioni al competente assessorato alla sanità della regione Basilicata. Dalla documentazione pervenuta risulta che con nota del 1o giugno 1998 l'associazione Centro di aiuto alla vita Gianna Beretta Molla ha chiesto di collaborare con l'azienda ospedaliera San Carlo di Potenza per il conseguimento della finalità di cui alla legge 2 maggio 1978, n.194, in materia di prevenzione dell'aborto volontario. In esecuzione della deliberazione n. 172 dell'8 febbraio 1999, il 4 ottobre 2000 è stato sottoscritto tra l'azienda ospedaliera e il Centro di aiuto alla vita un atto di convenzione della durata di tre anni, che, dopo tacito rinnovo di pari durata, è scaduto in data 3 ottobre 2006. La convenzione consentiva al Centro di aiuto alla vita di effettuare pubblicità circa l'esistenza e gli scopi della associazione presso le unità operative di ostetricia e di ginecologia e presso i rispettivi ambulatori dell'azienda ospedaliera. L'azienda autorizzava la presenza, nei giorni previsti per l'espletamento dell'iter per l'interruzione volontaria della gravidanza (IVG), degli operatori del Centro di aiuto alla vita (riconoscibili dal cartellino) per un incontro con le donne che ne avessero fatto richiesta, in collaborazione con gli operatori sanitari del servizio di IVG. La regione ha precisato che, nel periodo di vigenza della convenzione, gli operatori del Centro di aiuto alla vita hanno operato nel rispetto della convenzione e che nessuna segnalazione, formale o informale, di disagio da parte dei cittadini utenti è stata registrata, né dalla direzione sanitaria dell'ospedale né dal tribunale dei diritti del malato. Quanto alla presunta violazione della normativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali e sensibili, l'azienda assicura che nessun dato identificativo e sensibile è mai transitato tra la struttura medesima e il centro. Con nota del 2 gennaio 2007 l'associazione ha presentato una richiesta di proroga della convenzione. Al fine di realizzare una più organica attuazione di quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 194 del 1978, l'azienda ospedaliera in data 11 gennaio 2007 ha richiesto all'AUSL n. 2 di Potenza di fornire la propria disponibilità per la necessaria collaborazione tramite i consultori familiari. L'azienda non ha rinnovato la convenzione, concedendo, tuttavia, l'autorizzazione a svolgere l'attività di volontariato, contemplata nello statuto del Centro, in locali appositamente assegnati e nel rispetto di modalità specificamente indicate dall'azienda. La vicenda in esame è stata oggetto di discussione all'interno della competente Commissione permanente del Consiglio regionale della Basilicata, nella seduta dell'1 febbraio 2007. In quella sede l'assessore regionale alla salute ha giudicato pienamente conforme alla normativa vigente il comportamento tenuto dall'azienda ospedaliera San Carlo e ha preannunciato l'emanazione di un atto di indirizzo alle aziende sanitarie in materia di consultori familiari per la piena e sistematica utilizzazione dei consultori familiari in relazione alle funzioni loro spettanti, in base alla legge n. 194 del 1978, nonché per la regolamentazione delle funzioni riconosciute dalla stessa legge ad altri soggetti. Relativamente a quanto richiesto dagli interpellanti, va ricordato che l'articolo 14, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, dispone che all'interno delle strutture sanitarie è favorita la presenza e l'attività degli organismi di volontariato e di tutela dei diritti. A tal fine le unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere possono stipulare, senza oneri a carico del fondo sanitario regionale, accordi o protocolli che stabiliscano gli ambiti e le modalità di collaborazione. La stessa norma, tuttavia, contiene un esplicito richiamo alla doverosa osservanza del diritto alla riservatezza che deve essere comunque garantito al cittadino e del principio della non interferenza nelle scelte professionali degli operatori sanitari. Premesso dunque che la presenza all'interno delle strutture ospedaliere dell'organizzazione del volontariato e della tutela di diritti è contemplata dalla legge nel rispetto dei limiti ivi previsti, nel caso specifico è necessario operare un «distinguo» fra la valutazione senza dubbio favorevole dell'attività che tali organizzazioni possono svolgere nel perseguimento degli obiettivi fissati dalla legge n. 194 del 1978, anche utilizzando i locali messi a disposizione dalle strutture ospedaliere, e la presenza degli operatori di tali organizzazioni nei reparti dove si recano le donne, che hanno già deciso di interrompere la gravidanza e, soprattutto, nel momento in cui si praticano gli interventi di interruzione volontaria della gravidanza, presenza che pare quanto mai inopportuna. Non sbagliano gli interpellanti a richiamare il ruolo che la legge n. 194 del 1978 assegna ai consultori nell'assistere la donna in gravidanza e nella prevenzione degli aborti. Il consultorio ha la funzione di contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza e, specialmente quando la richiesta di interruzione sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, sociali o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito le possibili soluzioni dei problemi proposti; di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all'interruzione della gravidanza; di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre; di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza, sia dopo il parto. Nella relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978 riguardante l'anno 2004 e contenente i dati provvisori relativi al 2005, che è stata presentata dall'attuale ministro al Parlamento il 21 settembre 2006, si è avuto modo di evidenziare che uno degli strumenti disponibili per prevenire il ricorso all'aborto è lo svolgimento di uno o più colloqui con i membri di una équipe professionalmente qualificata, come quella presente nei consultori. In una studio pilota condotto dall'Istituto superiore della sanità, in cui al consultorio era necessario rivolgersi per la prenotazione dell'intervento di interruzione volontaria di gravidanza, si è potuto verificare che il 5 per cento delle donne ritornava sulla sua decisione in seguito al colloquio e veniva sostenuta per il proseguimento della gravidanza. La centralità dei consultori nell'attuazione del dettato legislativo, ivi compresa la parte riguardante il riconoscimento del valore sociale della maternità, non esclude la collaborazione con le formazioni sociali presenti sul territorio. Ai sensi della stessa legge, infatti, sono i consultori che, sulla base di appositi regolamenti o convenzioni, possono avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. Per quanto concerne le azioni, che questo Ministero intende porre in essere per potenziare la rete dei consultori sul territorio e di cui la relazione al Parlamento già citata ha evidenziato le criticità, è da ricordare il Progetto obiettivo materno infantile, adottato con decreto ministeriale del 24 aprile 2000 e recepito integralmente nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001, concernente la definizione dei livelli essenziali di assistenza. Il progetto assegna un ruolo centrale ai consultori familiari e definisce dettagliatamente non solo gli aspetti organizzativi, ma anche gli obiettivi da raggiungere, i corrispondenti indicatori di esito ed i conseguenti indicatori di risultato e di processo, nonché le azioni da svolgere mediante offerta attiva. È ragionevole ritenere che l'applicazione integrale del suddetto progetto, nel quale il percorso nascita rappresenta una componente strategica centrale, possa produrre come conseguenza diretta ed indiretta un'ulteriore e rilevante riduzione del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, già fortemente diminuita nel nostro paese, dopo l'entrata in vigore della legge n. 194 del 1978. Deve, inoltre, essere sottolineato che, in coerenza con gli obiettivi individuati dal POMI e dal Piano sanitario nazionale 2006-2008, il ministro ha presentato un disegno di legge recante norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato, attualmente all'esame della XII Commissione affari sociali della Camera dei deputati, nel quale viene previsto il potenziamento dell'attività dei consultori familiari con programmi specifici per la salute preconcezionale e riproduttiva, la tutela della maternità e la promozione dell'allattamento al seno. Il disegno di legge intende, fra l'altro, contrastare le disuguaglianze territoriali e sociali di accesso ai servizi dell'area materno-infantile, migliorandone la fruibilità da parte della popolazione più svantaggiata, e promuovere la continuità assistenziale del percorso nascita, garantendo l'integrazione tra territorio e strutture ospedaliere. Per il necessario raccordo con il piano sanitario nazionale 2006-2008, inoltre, dovrà essere siglata un'intesa Governo-regioni per la promozione delle attività previste e per la definizione da parte degli enti territoriali dell'entità della quota di risorse finanziarie da destinare a tali attività, nell'ambito dell'1,3 per cento delle risorse disponibili per il Servizio sanitario nazionale e vincolate, ai sensi dell'articolo 1, comma 34, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. La legge finanziaria 2007, infine, prevede che il ministro delle politiche per la famiglia, avvalendosi dello specifico fondo, realizzi con il ministro della salute un'intesa, in sede di conferenza Stato-regioni, concernente i criteri e le modalità per la riorganizzazione dei consultori familiari, allo scopo di potenziare gli interventi di carattere sociale a favore delle famiglie. PRESIDENTE. L'onorevole Lombardi ha facoltà di replicare. ANGELA LOMBARDI. Signor Presidente, ci riteniamo parzialmente soddisfatte della risposta. Abbiamo ritenuto di interpellare il Governo su tale tema non tanto per provocare un'ingerenza nelle scelte praticate da regioni o aziende ospedaliere, ma per provare ad affermare che, su temi di interesse nazionale, in particolare su questioni come quelle poste dalla legge n. 194, non è possibile produrre azioni differenziate, che in qualche modo nelle regioni contraddicano lo spirito della stessa legge. Come si è potuto constatare e come lei stesso ha affermato, a seguito delle proteste del movimento delle donne il direttore ha ritenuto, con una formulazione un po' ambigua, di sospendere la convenzione con il Centro di aiuto alla vita nell'ospedale, ma di consentire allo stesso di svolgere la propria azione di volontariato, che non si presenta - ne sono certa - come un elemento di tutela dei diritti. Pertanto, a mio parere essa non è assolutamente conforme allo spirito della legge n. 194, perché, come lei sa, i volontari del Centro di aiuto alla vita sono in aperto contrasto con tale legge e considerano l'interruzione volontaria di gravidanza al pari di un crimine. Questa è un'opinione che può e deve essere legittimamente espressa addirittura anche nelle piazze, nei comizi, nel volantinaggio, non certo nei luoghi pubblici dove, invece, le donne si recano per esercitare un diritto. La legge n. 194 è il frutto di una domanda forte che è provenuta dalla società, in particolare da un grandissimo movimento delle donne, che la deputata Deiana ha prima ricordato e che ha permesso di fondare la legge su una filosofia specifica. Sappiamo che tale filosofia ispiratrice è quella dell'inviolabilità del corpo della donna e della sua libertà di decidere su di sé e sul proprio corpo. Purtroppo, la tentazione di mettere invece sotto tutela il corpo della donna, in nome di etiche predefinite in modo aprioristico, riaffiora drammaticamente in particolare in questo tempo di precarietà, come accade con scelte lasciate agli enti locali su questioni, che invece non possono essere delegate a questo livello di autonomia. La legge n. 194 non a caso ha assegnato ai consultori, come lei stesso ha ricordato, la funzione dell'informazione e della prevenzione, non quella della propaganda. Signor sottosegretario, bisogna quindi ragionare - e mi pare che il governo lo stia facendo, a quanto lei stesso ha detto - su come tale funzione possa essere potenziata. Si tratta di una funzione importante, che non va confusa in alcun modo con la propaganda, proprio perché tende all'affermazione del fatto che siano proprio le donne a decidere su di sé. Non faccio parte di quelle donne che pensano che la scelta di interrompere la gravidanza sia necessariamente un dramma. Sono convinta che si tratti di una scelta individuale e che come tutte le scelte individuali contenga una certo grado di emotività, diverso per ogni donna chiamata a prendere tale decisione. Per l'appunto sono convinta che si tratti di una scelta, che come tale è stata riconosciuta dalla legge e che deve esserlo da parte di tutti. L'ospedale è il luogo in cui si esercita un diritto ed esso non può essere sottoposto ad alcuna ingerenza. Un diritto non deve trovare nei luoghi pubblici ostacoli al suo esercizio ed alla sua affermazione. Piuttosto, deve essere aperta una riflessione su come incoraggiare gli enti locali alla realizzazione in particolare di un articolo della legge n. 194, che a me pare interessante e che forse dovremmo tutti maggiormente promuovere. Mi riferisco all'articolo 15, che prevede la promozione dell'aggiornamento del personale sanitario, oltre che sui metodi anticoncezionali, anche sull'uso delle tecniche più moderne e rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna nonché meno rischiose per l'interruzione di gravidanza. Si tratta di un punto - questo sì - che potrebbe essere incoraggiato attraverso la sperimentazione diffusa negli enti locali della RU 486, sicuramente meno invasiva rispetto ad un'interruzione volontaria di gravidanza tradizionale. Purtroppo, in tempi di precarietà, di frammentazione e di separazione da se stessi come i nostri, si possono utilizzare anche movimenti integralisti come quello per la vita per produrre l'involuzione democratica, che vuole separare la maternità da una scelta libera e consapevole delle donne. Sono convinta che l'Unione tutta - come scritto nel nostro programma e come dimostrato dal nostro lavoro quotidiano - voglia affermare l'esatto contrario, ovvero il valore della democrazia e dei diritti. Per questo credo che tutti saremo impegnati in un'operazione di valorizzazione degli aspetti interessanti, che concedono alle donne la libera scelta in merito alla legge n. 194, rafforzandoli sui territori per la crescita della democrazia.

giovedì 15 febbraio 2007

Buon pomeriggio a tutte! Sono una giovane “quasi” 30enne potentina che mercoledì scorso ha partecipato alla sua prima riunione del Coordinamento.Non nascondo che ne sono uscita un po’ perplessa; allora non sapevo definirne il perché: forse perché l'incontro era stato al di sotto delle mie aspettative o forse perché era andato decisamente oltre quanto avessi immaginato?Bene, ho continuato a rimuginare su tutto quanto ascoltato nel corso dell’incontro, ma non riuscivo a trovare il filo su tanti pensieri, alcuni condivisi di più, altri un po’ meno. Non riuscivo a capire come ed in che modo avrei potuto offrire il mio contributo a questo “entusiasta” ed “entusiasmante” gruppo di donne, contagioso nell’impegno, nella convinzione di voler raggiungere quegli obiettivi, di voler perseguire quelle azioni, ma del quale mi sfuggiva il senso profondo, il motore vero. Non vorrei farla troppo lunga, ma, come sempre accade, la lampadina mi si è accesa per caso, l’altra mattina a lavoro e ho sentito la necessità epidermica di scrivere quanto mi stava accadendo, sperando di non annoiare nessuno…velocemente…per lavoro mi sono trovata a buttar giù due righe sull’integrazione delle politiche di pari opportunità nell’ambito di un progetto del quale mi sto occupando. L’input? Una frase, la classica, oserei dire, “valorizzare le diversità di genere nelle organizzazioni, nei percorsi lavorativi, e nella gestione delle risorse umane al fine di dare spazio alla ricerca di soluzioni innovative…..e bla bla bla”. Mi sono fermata un attimo, anzi più di uno, a pensare. Forse non servirà ai fini del mio lavoro, ma il punto, a parer mio, è uno ed uno soltanto: recuperare anche solo un po’ di quel sano buon senso femminile in un’epoca in cui anche le leggi e le regole stanno diventando anti-leggi ed anti-regole, in cui tutti possono fare tutto e a fronte di questo poter fare tutto, una giustificazione psicologica, sociale che rappresenta un terribile alibi ai mali che ci stanno divorando. Buon senso, solo questo. Ed il buon senso non può che rinascere dal confronto, dalla condivisione di esperienze di donne che, almeno per quanto mi riguarda, stanno vivendo un cambiamento troppo repentino dell’essenza vera della società, a volte rischiando di sentirsi decontestualizzate (ed è quello che capita spesso a me!!) Sapete cosa immagino? Un gruppo in cui ragazze giovani e giovanissime raccontino delle loro esperienze e dei loro pensieri senza timore, senza timidezze, magari suscitando qualche sorriso sui volti di quelle donne un po’ più grandi che con i loro racconti, le loro idee e con la loro forza possano darci la forza di ridere e sorridere sempre, di trovare sempre la soluzione, di dare una riposta ai nostri perché, magari suscitando , a loro volta, un sorriso sui nostri volti….grazie Barbara Tramutola

mercoledì 14 febbraio 2007

Care amiche del coordinamento, care compagne ritrovo nell’intervento di Franca quell’irripetibile impasto di vissuto e aspirazione al cambiamento che è stata la nostra politica. Un’esperienza lontanissima da chi si avvicina (per ragioni anagrafiche) oggi alla politica. La capacità di avere luoghi in cui si avanzavano proposte che per il fatto stesso di essere dette producevano un mutamento, nella costruzione di identità , nella esperienza quotidiana ed infine nelle leggi del Paese.Tutto questo alle giovani non basta perché l’organizzazione della società e la riorganizzazione dei poteri che la strutturano sembra non fare i conti con tutto questo, per cui le donne in Italia contano complessivamente poco, in Basilicata pochissimo. Di questo dovremo discutere:come mai uno dei più forti movimenti femministi europei e non solo ha avuto esiti così limitati. Non mi riferisco solo alla questione del potere ma anche alla elementare ridistribuzione delle incombenze familiari e nel mezzogiorno alla estrema difficoltà nell’accesso al lavoro.La mia esperienza mi dice che l’affermazione della libertà femminile ha avuto bisogno di una forte relazione tra donne, che a questo non si può rinunciare , che questa relazione non si scambia con organismi femminili di tipo parastatale come le varie commissioni di pari opportunità che hanno una loro utilità ma non sono sufficienti a sviluppare un’autonoma soggettività femminile che nasce solo dal movimento. Un coordinamento di sole donne nasce oggi, cioè dopo che le lotte del secolo scorso hanno affermato la libertà delle donne, per farla agire nel mondo , e poiché non lo vedo messo molto bene anche per contribuire a trasformarlo. Vi sembro troppo ambiziosa? Vi racconto una storia. Un giorno degli anni settanta mi ritrovai nella sede dell’udi con la sola Rosanna Marcodoppido, le altre erano in giro. Rosanna un po’ depressa mi guardò ed io le dissi “ma dai che siamo tante” ci mettemmo a ridere, ma era vero. Anna Maria Riviello 14 febbraio 2007 8.30

giovedì 8 febbraio 2007

Tempi di vita tempi di lavoro

Vorremmo che questo Coordinamento diventi anche uno spazio per discutere delle tematiche a noi più vicine. A questo scopo abbiamo creato questo blog, uno spazio reale e virtuale nel quale confrontarsi. Pensiamo di cominciare da: "Tempi di vita e Tempi di Lavoro". Chiunque voglia discutere di questo (e di qualsiasi altro tema) può usufruire di questo spazio.

Interpellanza Parlamentare dell'On. Angela Lombardi

Interpellanza Urgente Premesso che L’Ospedale San Carlo di Potenza ha il 4.10.2000 stipulato una convenzione con l’associazione di volontariato “Centro Aiuto alla Vita” al fine di prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza. E che Detta Convenzione, contestata dal movimento delle donne di Basilicata, secondo le dichiarazioni pubbliche del direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo non è stata rinnovata, ma l’associazione continuerà a svolgere la sua attività di volontariato all’interno della azienda in un locale “all’uopo assegnato”. E che Tale convenzione o autorizzazione a svolgere la propria azione, permette ai volontari del CAV di essere presente in Ospedale, indossando camici bianchi consentendo loro, come giustamente fanno rilevare le donne, di confondersi con il personale ospedaliero. Questo scenario facilita l’avvicinamento alle donne che si trovano lì, in ospedale evidentemente perché hanno già scelto. Le azioni svolte dal CAV sono dunque una violazione alla privacy, all’autonomia delle donne ed allo spirito della L.194 che disciplina la IVG. Tenuto conto che La L194/78, in combinato disposto con la L.405/75 (istitutiva dei Consultori) assegna ai Consultori e non alle Aziende Ospedaliere, quali il San Carlo, la funzione della prevenzione e della informazione adeguata alle donne in maternità compresa quella riguarda le donne che scelgono di interrompere in modo volontario la gravidanza E che La competenza di sollecitare l’Ospedale San Carlo spetta alla Regione Basilicata che tuttavia non può non tenere conto dello spirito della L194 e della legislazione nazionale in materia che ha inteso garantire alla donna di decidere di sé. Si interroga la Ministra della Salute per sapere: Se non ritenga che dette Convenzioni e altre simili siano in netta violazione con la L194/78 e 405/75, che hanno appunto individuato nei Consultori il luogo della prevenzione e della informazione e assegnano alle donne la decisione libera e consapevole E come intende procedere per rafforzare la funzione e la presenza dei Consultori nel territorio, che sono luoghi pubblici dove è garantita la pluralità e la laicità necessaria

adesione

Rosa Rivelli

giovedì 1 febbraio 2007

adesioni

Maria AntoniettaCiminelli Mira De Lucia

lunedì 29 gennaio 2007

aggiornamenti

Accogliamo con una certa soddisfazione la decisione del dottor Michele Cannizzaro direttore generale dell’azienda Ospedaliera Ospedale San Carlo di non rinnovare la convenzione tra il Centro aiuto alla vita e l’azienda ospedaliera stessa, convenzione che prevedeva la presenza nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dei volontari del CAV nel momento delicatissimo in cui le donne si recavano in reparto per avviare la procedura per l’interruzione di gravidanza.

Non vogliamo tornare ora sui punti sui quali alcune di noi a vario titolo si sono già pubblicamente espresse, ovvero l’autodeterminazione e la libertà della donna nonché il suo diritto alla riservatezza, ma teniamo a ribadire che questi diritti vengono calpestati anche a causa di una prassi ormai consolidata.

La legge 194/78 è una legge che funziona, là dove è applicata correttamente.

In particolare la valutazione della richiesta dell’interruzione di gravidanza non può avvenire nello stesso luogo e da parte della stessa persona che eroga il servizio. Riteniamo che la valutazione deve tornare ad essere fatta nelle strutture apposite ovvero nelle strutture dell’Azienda Sanitaria Locale cioè nei consultori e nelle strutture socio sanitarie, lasciando all’azienda ospedaliera esclusivamente l’erogazione del servizio.

Negli ultimi anni, infatti, i consultori sono stati svuotati di alcune delle loro funzioni originarie, ora chiediamo che venga ridato loro, come previsto dalla 194, il fondamentale compito dell’educazione alla contraccezione, che attualmente non viene più svolto da nessuna altra istituzione. La contraccezione è infatti l’essenziale prevenzione all’aborto, e deve essere fatta in maniera completa e corretta da chi è istituzionalmente deputato a farla, formato allo scopo e periodicamente aggiornato.

Inoltre la legge 194/78 nel suo articolo 15 prevede che le regioni promuovano l’aggiornamento del personale sanitario oltre che sui metodi anticoncezionali, anche “sull’uso delle tecniche più moderne e più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. a questo proposito chiediamo perché in Basilicata non viene avviata la sperimentazione della RU486, come avviene in altre regioni italiane.

Queste sono le richieste che rivolgiamo anche all’assessore regionale alla sanità, Rocco Colangelo a cui chiederemo un incontro.

Donne Ancora Insieme

adesioni

Raffaella Ferro

domenica 28 gennaio 2007

adesioni

nuove adesioni: Antonietta Sannazzaro Maria Antonietta Maggio

sabato 27 gennaio 2007

adesioni

due nuove adesioni: Manuela Ferri Rosalba Ditolla

venerdì 26 gennaio 2007

adesioni

si sono aggiunte Daniela Curto Elena Vigilante Anna Russelli Incoronata Notarangelo per aderire basta mandare una mail all'indirizzo donneancorainsieme@yahoo.it o semplicemente commentare questo blog (specificando il desiderio di essere inserite). buona giornata a tutte (e a tutti)

mercoledì 24 gennaio 2007

altre adesioni

Rosanna Torre Marilena Blasucci Giovanna Petrone

martedì 23 gennaio 2007

nuove adesioni

sono arrivate quattro nuove adesioni.... Giovanna Laguardia, Antonella Inciso, Ivana Infantino, Ida Riccardi. buona giornata. Coordinamento Donne Ancora Insieme
Il 21 gennaio si è riunito a Potenza il comitato promotore del coordinamento Donne Ancora Insieme formato da: Anna Apuleo, Teresa Boccia, Donatella Bottaglia Nunzia Caiazzo, Assunta Collazzo, Cristiana Coviello, Adele De Martino, Rosalinda Di Pasca, Franca Di Trana, Sara Favia, Assunta Fragnito, Giovanna Galeone, Vitina Ianielli, Angela Lombardi, Etta Mancino, Cinzia Marroccoli, Carla Morlino, Sara Ulivi, Nicla Notarangelo, Anna Maria Oliveto, Anna Maria Palermo, Tina Paggi, Anna Rita Rivelli, Anna Maria Riviello, Teresa Rocco, Stefania Rotondaro, Anna Ruscelli, Mariella Sabia, Adriana Salvia, Maria Santarsiero, Emilia Simonetti, Antonietta Telesca, Barbara Tramutola, Roberta Trattenero, Ivana Vita, Rosa Zaccagnini, Isabella Urbano. Tutte ci siamo trovate d’accordo nel riaffermare con forza quei principi che in tutto il mondo sono stati alla base della rivoluzione femminile: l’inviolabilità del corpo della donna e la libertà di decidere del proprio corpo. Nel nostro paese, nella nostra regione, stiamo rischiando di tornare indietro: quando si parla di fecondazione assistita, pillola RU486, aborto, riaffiora un’idea di società che mette da parte la libertà e la responsabilità individuale in nome di un’etica definita aprioristicamente e che in particolare ha sempre considerato le donne come categoria da mettere sotto tutela o politica o religiosa. Ma siamo molto preoccupate anche, come dimostrato dai recenti dati ISTAT che riguardano la nostra regione, per le ancora numerose difficoltà e discriminazioni che incontrano le donne nell’accesso al lavoro e alla carriera (uno per tutti l’assenza quasi totale di asili nido a prezzi accessibili, che costringe molte donne a lasciare il lavoro dopo la nascita di un figlio) e per tanto altro ancora che riguarda quei temi sui quali ci siamo spese e abbiamo dato il nostro essenziale contributo. Riteniamo che la nostra parola, la parola delle donne, sia sempre più necessaria nel momento in cui si stanno varando leggi come quella sulla Violenza sessuale, sui Pacs, sul Welfare, sul Lavoro e che le esperienze e lo sguardo delle donne sul mondo siano un patrimonio imprescindibile nello spazio pubblico ora più che mai. Per chi vuole aderire al Coordinamento ed essere informato delle iniziative tra le quali a breve un’assemblea regionale, è disponibile il blog: donneancorainsieme.blogspot.com e la casella di posta elettronica: donneancorainsieme@yahoo.it . Comitato Promotore Coordinamento Donne Ancora Insieme